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Rimas poesie d’amore

Recensione a cura di IoePapperina

L’amore, la solitudine e il mistero della creazione e del destino sono i temi della poesia di Gustavo Adolfo Bécquer. Poeta spagnolo della metà dell’ottocento muore a soli trentaquattro anni nel dicembre del 1870 .

Il “mal sottile” lo porterà lontano dai suoi amici non prima di ” Sto facendo la valigia per il viaggio. Fra poco morirò. Avvolti in questo fazzoletto ci sono i miei versi e la mia prosa. Coreggili come sempre, finisci, se vuoi, quel che non ho concluso, e dopo ridammeli, ma se mi dovessero sotterrare prima, pubblica quel che ti piace e santa pace..”
Queste le sue ultime parole consegnando ciò che aveva di più caro nelle mani dell’amico Campillo che, con altri pubblicherà la prima edizione delle “Ombras” che poi diventeranno “Rimas”.

L’amore è la radice di tutta la sua opera, un amore umano con tutti i suoi difetti; un amor ormai diventato passato e tesoro conservato nella sua memoria. In questo libro, l’amore inizia, continua, e finisce trasformandosi in puro dolore.
E’ qui che arriva di colpo, quasi tramortendoti, la solitudine e la tristezza della sua poesia. Si passa dal riso al pianto, dalla luce alla penombra, dalla musica al silenzio e dalla compagnia alla morte, ultima spes.

Bècquer diceva “Esiste una poesia magnifica e sonora figlia della meditazione e dell’arte che si addobba con tutta la pompa della lingua, che si muove con ritmica maestà, che parla all’immaginazione conducendola per un sentiero sconosciuto, seducendola con la sua armonia e la sua bellezza. E’ il frutto divino dell’arte con la fantasia”. Sono parole che lasciano chi legge attonito di fronte a tanta attualità.

Il suo pensiero é quello di oggi dove la poesia é frutto di tutta la fantasia che può riempire il tuo cuore, dove la poesia si perde ad un passo dalla realtà confondendosi con quest’ultima, dove la vita stessa é poesia, l’esperienza é poesia. Questa è la sua poesia diversa da quella popolare breve che sgorga dall’anima ma rimane solo sintesi.

“Scrivo come colui che copia da una pagina già scritta, come il pittore che riproduce il paesaggio che si dilata davanti ai suoi occhi e si perde fra la bruma degli orizzonti”.
Così riassume questo suo dono di scrivere dopo aver in qualche modo digerito ciò che vuole far capire al lettore.

Questo un esempio:

I sospiri sono aria e vanno nell’aria
Le lacrime sono acqua e nel mare vanno
Dimmi donna, quando gli amori si scordano,
sai tu dove vanno?

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