Recensione a cura di PowerUser
Si tratta di un libro senza dubbio “diverso”, che ti apre delle finestre come fossero quadri sulla vita di tutti i giorni
L’autrice, Margherita Zannini, di cui sono diventato un pen-pal, si descrive con una frase di Saul Bellow: “se sono matto, per me va benissimo“.
È uno spaccato di vita, le esperienze di circa un anno con, ovviamente, momenti allegri e momenti un po’ più tristi, scritto, molto spesso, in modo surreale.
Dal titolo lo avrei definito un libro femminile, per donne, ma il blog mi aveva dato una sensazione diversa, che mi ha spinto a comprarlo. E non ne sono affatto pentito, anzi: ho passato alcune ore gradevoli e sono contento dell’acquisto. Lo stile ricorda un po’ quello di Nora Ephron (Harry ti presento Sally, Silkwood, Il collo mi fa impazzire), ma è, ovviamente, molto italiano, più vicino a noi.
Il linguaggio è quello parlato, si conosce Margherita, ed è come dialogare con lei. La sensazione è quella di un’interazione con l’autrice: si entra nel suo mondo, si vivono le sue esperienze che poi si trasformano nelle nostre. Si passa in continuazione dal serio al faceto e si realizzano delle contraddizioni e paradossi. Si entra nella vita di un’altra persona, si scoprono i suoi pensieri, non elaborati, sistemati, come richiederebbe un libro, ma così come nascono e come rimangono e rimbalzano nella mente di chi li ha concepiti. Si scopre come sono stati superati momenti difficili, sdrammatizzandoli per renderli accettabili.
Night Library 